Ormai c’è stata; e la polemica retroattiva non interessa più
di tanto, però dato che se n’è discusso veramente tanto…
Questa benedetta parata si doveva fare o non si doveva fare?
E se non si faceva si affievoliva il nostro senso (che al momento è al suo
apice) di patria, di nazione unita, di
Paese? E che risparmio reale se ne otteneva?
Penso sia doveroso (quanto inutile) iniziare dicendo che
ovviamenti i militari che sono stati coinvolti nella parata non sono certo
stati deviati in via dei Fori Imperiali direttamente dall’Emilia, e che se
veramente là, dove i più fortunati stanotte dormiranno in tenda, c’è la necessità
di far convogliare altre squadre delle forze dell’ordine, non è indispensabile toglierle da Roma.
Riguardo ai costi: la parata quest’anno dovrebbe essere
costata intorno ai 3 milioni di euro (Yahoo Finance), con un risparmio di 2
milioni di euro rispetto all’anno scorso (anche se le due cifre non sono
facilmente confrontabili perché l’anno scorso era anche il 150° anniversario
dalla nascita della Repubblica e si spesero cifre eccezionali), senza cavalli e
senza frecce tricolori.Anche in questo caso mi sembra doveroso ricordare che
per un Paese come l’Italia, spendere 2 milioni di euro per festeggiarsi una
volta all’anno, non mi sembra una cifra esorbitante (nemmeno in tempo di crisi).
Si può discutere invece sulla forma, perché la festa della Repubblica deve
essere celebrata quasi esclusivamente attraverso una parata militare? Io non
voglio che il mio orgoglio di essere italiano dipenda dalla potenza (o fascino)
dell’esercito, che la Nazione in cui sono nato, ha. Vorrei che la parata fosse
molto più ridotta e fossero invece organizzate feste nelle piazze delle città,
visite di cariche istituzionali nelle Università, letture a tema nelle scuole,
incentivi a passare il “ponte”( o week-end)
in Italia, insomma, che fosse tutti gli anni il 150° ! Invece come ogni
anno anche quest’anno ci sentiamo italiani perché abbiamo i bersaglieri…
Ma la verità purtroppo non è che la gente comune viene presa
in giro attraverso false notizie da chi la vuole o da chi non la vuole, i
semplici ragionamenti di prima sono comuni a tutti e non penso nessuno possa
darmi torto, in realtà (forse per pudore verso sé stessi e verso il proprio
Paese) ci si nasconde dietro questi
“falsi” per mascherare il nostro sentimento: noi non ci sentiamo italiani!
Non ci sentiamo italiani quando vediamo metà Paese coinvolto
omogeneamente e trasversalmente nelle vicissitudini giudiziarie: un politico
che ruba soldi al partito non ci rappresenta, un politico che è capace di
parlare solo di troie e barzellette non ci rappresenta, la ragnatela dei 20
consiglieri dei CDA delle maggiori Spa italiane non ci rende orgogliosi, il
campanilismo estremo che per qualcuno si trasforma in razzismo e voglia di
secessione non ci rende orgogliosi, gli abusi impuniti subiti in caserma non ci
rendono orgogliosi, gli abusi impuniti subiti in parrocchia non ci rendono
orgogliosi, i gioiellieri che dichiarano 17,000 euro all’anno non ci rendono
orgogliosi, i notai che si tramandano il “lavoro” da generazioni non ci rendono
orgogliosi, i morti nelle fabbriche non ci rendono orgogliosi e così via…
La polemica sulla parata è solamente una scusa per
manifestare il proprio scontento verso una Nazione che purtroppo ha tantissimi
problemi e non sembra fare il minimo sforzo per poterli risolvere perché non
crede nella comunità generando così un circolo vizioso, minor senso di
appartenenza -> estraneazione dalla cosa pubblica -> persistenza delle problematiche
-> minor senso di appartenenza.
La soluzione ovviamente non ce l’ho ma sicuramente esiste ed
un bel punto di partenza potrebbe essere riportare il Pese alla legalità: chi
sbaglia, paga, in proporzione al suo errore; punto.
Vedi anche: RUBrICONE 27/05/2012
Vedi anche: RUBrICONE 27/05/2012
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