Visualizzazione post con etichetta interna. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta interna. Mostra tutti i post

mercoledì 14 novembre 2012

Democrazia, questa sconosciuta

di Luca

Sento troppo parlare di democrazia da gente che di democrazia capisce ben poco. O forse che la capisce troppo bene e la evita per questo. Qualcuno dovrebbe spiegarmi la strana circostanza per la quale i professori in cattedra debbano essere il PDL, il PD, l'UDC, i loro simili e tutti gli allegri giornalisti che li circondano (dei quali solo in pochi non sono allineati). 
Tanto per cominciare, vorrei ricordare che nel PDL si muove raramente foglia che Berlusconi non voglia, i candidati al parlamento e alle amministrazioni locali mi pare che non vengano decisi da meccanismi più o meno democratici come le primarie o consultazioni popolari e soprattutto, quando anche lo fossero e io non ne fossi al corrente, credo sia lecito che mi possa venire il dubbio che una tale quantità di soggetti discutibili possa essere stata scelta dai cittadini. Tuttavia lo ammetto, qui era come sparare sulla Croce Rossa. Passiamo all' IDV, all'UDC, a SEL, a FLI, all'API: mi sembra che in questi partiti sia "leggermente" preponderante al figura di una persona, massimo due, che risulta essere sostanzialmente identificabile con l'intero partito e che probabilmente è vitale per il partito stesso, destinato a morire se non ci fosse più. Qualcuno può pensare ad un UDC senza Casini, un IDV senza Di Pietro, una SEL senza Vendola? Di pensare all' API non me la sento a prescindere di chiedervelo...In una situazione del genere, credo che la democrazia di fatto all'interno dei partiti sia molto limitata. Non dico che ci sia una sorta di dittatura, ma non mi sembra azzardato affermare che il potere implicito o esplicito che certi soggetti hanno sui rispettivi partiti sia troppo superiore rispetto a quello degli altri per potersi immaginare una reale parità decisionale, che loro lo vogliano o meno. 
Da ultimo il PD, i campioni delle primarie. Va riconosciuto che il solo provare ad introdurre in Italia un tale istituto è un motivo di merito, per quanto tutto possa essere perfettibile. Rimango tuttavia dell'idea che non sia molto democratico ignorare proposte di legge popolare, ignorare la volontà del popolo espressa tramite i referendum, essere in molti casi i principali attori in un sistema fatto di nomine, poltrone, enti e appalti che ha ben poco di democratico, se è vero che democrazia significa governo del popolo e che il popolo in questi meccanismi di governo effettivo entra ben poco.
Quello che mi chiedo è: come si possono dare lezioni di democrazia a chicchessia quando la situazione politica attuale è questa? I commentatori politici e i membri dei partiti che guardano la pagliuzza nell'occhio dell'altro e fingono di ignorare la trave nel proprio non mi appaiono, alla luce di queste considerazioni, un esempio di obiettività. 
Il mio pensiero finale va al Movimento 5 Stelle ed a Beppe Grillo: è vero che è una forza che si è scoperta grande da poco, è vero che si può votare online l'intero gruppo dei candidati al Parlamento, è vero che quasi chiunque sia già stato eletto sostiene pressappoco di non aver mai più avuto alcun contatto con Grillo, è vero che si vuole istituire il referendum propositivo senza quorum e che questi punti basterebbero per qualificarla come la forza politica ampiamente più democratica del nostro panorama. Quello che però serve è una grossa accelerazione verso un sistema che preveda di poter prendere anche all'interno del movimento delle decisioni in democrazia, molto più efficientemente di quanto avvenga ora. Serve evitare che ci possa essere qualcuno, nel caso specifico Grillo, che possa dire "in tv non ci si va" come se fosse una legge, non perché sia giusto o meno (a mio parere lo è) ma perché nessuno deve essere sopra agli altri, né ora né mai. E' una criticità che io vedo come molto marginale rispetto a quelle che ho citato sopra e che gode di molte possibili scusanti, tuttavia le criticità vanno risolte. Altrimenti si rischia di passare da non voler prendere lezioni da chi non può darle a non poter dare lezioni a chi non è interessato a prenderne. Praticamente, un Italia democratica in cui la democrazia non la attua nessuno, un paradosso formale, una schifezza sostanziale.

Se vuoi aiutare DiciamoNoi, il modo migliore è un più uno su Google+ sotto al post o in cima alla pagina, un mi piace/condivisione su facebook o altro nonchè, ovviamente, commentare:)