Siamo nell’era della crescita obbligata. Ma perché dobbiamo
vivere con l’idea fissa che dobbiamo crescere? E’ giusto? Ma soprattutto è
sostenibile?
Tante sono le discussioni riguardo a questo tema ma nessuno
sembra voler mai mettere seriamente in discussione il vero nocciolo della
questione, il nostro sistema produttivo. Non si può negare che questo ci abbia
aiutato a stare meglio, a vivere più a lungo e ad arricchirci; ma la domanda
che sorge è questa: siamo sicuri che questo sistema sia il migliore,quello che
massimizza l’utilità di tutti? Oppure è solo un metodo che arricchisce chi ricco lo è già e ritaglia uno spazio sempre
più marginale, più costretto ai meno abbienti?
Prendiamo il Pil, che
dovrebbe indicare l’indice di sviluppo di un Paese,di crescita e quindi di
benessere. Negli ultimi decenni è cresciuto in modo sostenuto,quindi dovremmo
essere soddisfatti. Ma quello che l’indicatore non dice sono tutti gli effetti
collaterali che ne hanno conseguito. Per esempio non si tiene in considerazione
l’inquinamento prodotto, la distribuzione iniqua della ricchezza, l’utilizzo
screanzato delle risorse e il benessere
della persona, che oltre al denaro necessita di tempo libero, spazi verdi e felicità
alla quale non si dedica più la minima attenzione.
Con questo non voglio
dire che stiamo male, anzi non abbiamo mai avuto tanto benessere come in questi
tempi, ma la mia critica si basa sul ritenere questo benessere fittizio, finto,
costruito. Siamo nella società dei consumi dove l’importante è comprare,
continuamente senza sosta perché bisogna tenere in piedi un sistema produttivo
obsoleto che rischia di crollare come un castello di carta. La felicità
rappresentata come possesso. Non siamo nient’altro che consumatori, numeri,
cifre e se permettete mi offendo. Mi offendo perché credo di valere molto di
più e per questo mi rifiuto di pensare di essere solo “qualcosa” che nasce,cresce,consuma e poi muore; tutto all’interno
di un contesto immutabile e indiscutibile dove si bada
Non sono disposto a
sacrificare la mia salute,le mie energie e il mio tempo per questo mito della
crescita, soprattutto se questo non mi fa essere più felice.
Grafico dell' Economist sulla relazione tra Gdp (il Pil) e la felicità degli individui,(in verticale trovate il Pil pro capite a parità di potere d'acquisto e in orizzontale la percentuale di persone che si dichiarano felici)
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