In questi giorni si leggono
innumerevoli articoli, si ascoltano dichiarazioni dove sembra che l’unico
obiettivo di una politica malata sia
fare pulizia. Pulizia, termine a
dir poco curioso e fuori luogo se pronunciato da chi è stato sorpreso con le
mani nella marmellata. Pare che tutti,ma proprio tutti, si dissocino da quello
che in Italia è divenuto consuetudine da
molto tempo, troppo tempo. Leggo di
giornalisti stranieri che,
additandoci come popolo dalla memoria corta, definiscono paradossale la
situazione italiana; si pensava che con tangentopoli la classe politica italiana
avesse toccato il fondo e che con Craxi
e tutta quella corruzione per gli appalti pubblici ci si sarebbe convertiti a
una politica più pulita,almeno in apparenza. Questo non è chiaramente successo
altrimenti non saremmo qui a discuterne. Il fatto è che la classe politica ha affinato
la capacità di appropriarsi di soldi che non gli competono,cosa intollerabile
specialmente in un periodo dove si richiede di fare sacrifici. Cominciamo con
l’evidenziare il problema della legge elettorale (“il porcellum”)che ha
consentito a tante incapacità viventi di fare carriera in politica,ma è anche
vero che non possiamo incolpare questa
legge di tutto, dal momento che per
esempio Fiorito come molti altri è stato eletto con le preferenze.
Il problema vero è che noi ci
siamo disinnamorati della cosa più preziosa, che da tempi immemori permette
alle civiltà di vivere in comunità: l’arte del governare, non del rubare come
qualcuno ha erroneamente frainteso. Troppo spesso non ci siamo informati o
abbiamo detto che non era affar nostro, quando in verità avevamo il dovere di
vigilare; certo ci sono gli organi di garanzia per questo ma il primo a cui un
politico deve rendere conto è al proprio elettorato. La chiave di tutto non sta
tanto in chi ti rappresenta,quanto in chi ti legittima: l’elettore,colui che con
l’esercizio del diritto di voto sancisce come rappresentante dei propri ideali
e interessi un individuo. Certo è che da un corpo elettorale informato, critico
e partecipe non può che uscirne una buona classe dirigente. Politica è divenuta ormai sinonimo di corruzione,clientelismo e
malaffare, tutte “attività” che trovano
terreno fertile nell’ignoranza e nel disinteresse. Con questo non ritengo che sia esente da colpa chi ormai di questa casta fa parte da anni, ma
in gran parte la responsabilità non è da attribuire a nessun altro se non a noi
stessi, che abbiamo lasciato che ci inquinassero sotto il naso la “res publica”
.
Più partecipazione sarebbe una soluzione.
RispondiEliminaPiù democrazia diretta e meno rappresentativa no.
Ma che ti ha fatto la democrazia diretta?
RispondiEliminala democrazia rappresentativa ha fallito solo perché la base elettorale era di cattiva qualità,non discuto il metodo
RispondiEliminasisi, io dicevo a Michele
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