Con la spending review varata dal governo Monti si è conclusa la seconda fase della strategia del governo: con i tagli, si vuole favorire la crescita. Apprezzo molto l'abilità di Monti & co. nel tagliare: sarebbero stati dei provetti boscaioli. Quello che non mi risulta è che serva una laurea alla Bocconi o una qualifica di grande ed esperto tecnico per mettere in atto strategie da boscaiolo. Intendiamoci, tagliare è giusto, gli sprechi sono molti e sono molti in molti settori, non critico affatto l'idea dei tagli in sé. Dato che sembra anche che siano serviti ad evitare l'aumento dell'Iva, meglio ancora. Il problema sta nell'assoluta mancanza di sorprese da parte di questo governo, il problema sta nel fatto che il governo tecnico non abbia, ad oggi, fatto niente che possa essere tale da giustificarne la tanto decantata supremazia rispetto ad un governo politico. Molti tagli sono giusti, altri meno, la conferma delle immense spese per i caccia è vergognosa, così come è simbolicamente vergognoso il contributo di dieci milioni alle scuole private (sarà un regalo alla Bocconi, a Confindustria o a Santissima Romanissima Chiesa?). In linea generale, tuttavia, da un governo di tecnici ci si aspettava di più (aggiungo, supertecnici, commissari e Michel Martoni vari): manca la riorganizzazione, manca l'ottimizzazione, manca un piano serio che possa nel tempo garantire una stabilità differente al Paese. Tagliare serve per l'oggi, ma verrà un giorno in cui non ci sarà più nulla da tagliare, cosa si farà allora? Perchè il governo non attacca l'evasione fiscale, immensa piaga dalla quale potrebbe facilmente reperire molti miliardi di euro ogni anno, non una tantum? Perché il governo non liberalizza ordini, professioni, giornalisti, tassisti e tutto ciò che può essere liberalizzato? Perché il governo non impone una Patrimoniale? Una delle sue forze doveva essere quella di poter compiere scelte coraggiose ed impopolari: la spending review e le idee per la crescita in generale sono figlie di una logica compromissoria degna della normale politica, perché allora serve Monti? Un Brunetta qualsiasi, un Padoa Schioppa qualsiasi, avrebbero saputo fare gli stessi tagli ( per carità, non ne auspico il ritorno...). Allo stesso modo, avrebbero saputo salvarci solo aumentando le tasse. La sensazione è che il pacato, pacatissimo Monti sia utile solo come Ministro degli Esteri ufficioso, effettivamente stimato da più parti all'estero ma pesantemente deludente quando si va a guardare il succo.
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sabato 7 luglio 2012
Monti, tecnico del niente
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mercoledì 4 luglio 2012
Fornero lavorerà come prima, Prandelli teme il licenziamento
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Elsa Fornero. Attribuzione: Presidenza della Repubblica |
Elsa Fornero è riuscita a passare indenne alla votazione di stamattina alla Camera, sbaragliando le forze ostili dell' IdV e della Lega che la volevano sfiduciare. Quando le hanno chiesto se fosse infastidita da tale mozione di sfiducia, il Ministro ha detto di essere stata, piuttosto, sofferente. Ha anche aggiunto, che Dio la abbia in gloria, che lavorerà come prima.
Avendo appreso la notizia, l'intero mondo occupazionale italiano è ora in allerta. I lavoratori dipendenti hanno da tempo abbandonato qualsiasi speranza di lavorare in un posto che non sia il proprio orto (per i più fortunati), la nuova frontiera per la minaccia Fornero è invece rappresentata dai liberi professionisti. Pare che invano le varie associazioni di categoria e ordini abbiano cercato di spiegare che, essendo liberi professionisti, non possono essere licenziati: la dura scure della giustizia lavorativa si abbatterà senza pietà anche su di loro. Gli industriali, unici rimasti nelle fabbriche oltre a qualche sparuto automa, da un momento all'altro verranno liquidati. Sia ben chiaro, tuttavia, che non è affatto intenzione del ministro espropriare fabbriche e capannoni come una novella comunista (orrore!). Sono invece allo studio fantasiose ed innovative misure, come la trasformazione dei capannoni desolati in enormi rifugi per gli esodati, con l'intento, non troppo mascherato, di occultarli per poter continuare a nasconderne il vero numero. Un'altra soluzione prevede che le strutture industriali vengano regalate a chiunque si dichiari investitore straniero, facilitando così l'avvento di Cinesi e Giapponesi in Italia, interessatissimi all'uso dei capannoni come mega serre per il riso, coltivato con automatizzati metodi di ultimissima generazione. All' osservazione che questo non aumenterebbe affatto l'occupazione in Italia il ministro ha risposto sdegnata: "il lavoro non è un diritto, il posto di lavoro non è un diritto, il posto non è un diritto, insomma, piantatela" (l'autore dell'osservazione è stato prontamente licenziato). Cesare Prandelli, intanto, ha iniziato a preparare il suo fagottino per andarsene da Coverciano, avendo appreso da fonti informatissime che verrà presto congedato per dare vita ad una nuova era, in cui l'undici della nazionale verrà deciso da un concilio apposito formato da rappresentanti degli avversari dell'Italia. Grande gioia dei tedeschi che potranno finalmente affrontare un undici battibile, composto da una selezione dell'Alto Adige e quattro selezionatissimi campioni over 50 (si pensa a Rivera, Bettega, Zoff e Bobo Vieri infiltrato). Intanto, la Fornero ha chiarito che la sua sofferenza non è tanto per la mozione di sfiducia quanto per l'inciviltà del metodo, ritenendo inammissibile che in un Paese avanzato per liberarsi di un ministro si debba per forza ricorrere a simili, complessi metodi. La sua prima riforma, quindi, sarà darsi da sola un calcio nel culo.
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sabato 9 giugno 2012
Legge unioni gay, subito
Pierluigi Bersani, colto evidentemente da un attacco di sensibilità sinistroide, si esprime oggi a favore del riconoscimento delle unioni tra omosessuali. Il problema è più che mai attuale in Italia, come al solito paese indietro rispetto al resto del mondo. Non capisco, sinceramente, cosa ci sia da obiettare nel riconoscimento di diritti in più per altre persone, quando si hanno assicurati i propri. Il discorso è talmente ovvio da essere banale, per quello che mi riguarda. In Italia, purtroppo, il bigottismo ecclesiastico la fa da padrone in queste questioni e si deve sempre pagare un dazio sociale e temporale alla Chiesa, vera e propria traditrice del messaggio cristiano "ama il prossimo tuo come te stesso". Basterebbe seguire queste poche parole, giuste per chiunque sia cristiano o meno, per evitare molte delle figuracce che riescono a collezionare, ma si sa che la Chiesa di oggi e il messaggio cristiano hanno ben poco in comune. Due persone che vivono insieme tutta la vita hanno il pieno diritto di vedersi riconosciuti tutti i diritti che lo Stato riconosce a coppie di sesso diverso nella stessa condizione, senza se e senza ma. Aggiungere altro a questo sarebbe solo a discapito della evidente chiarezza della situazione.
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venerdì 8 giugno 2012
Bersani allo scoperto, Pd coi moderati
Il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani ha oggi dichiarato che il Pd sarà alleato alle prossime elezioni con forze moderate e liste civiche, senza fare ammucchiate. Finalmente, non ci sono più dubbi sul fatto la strada intrapresa dal partito sia sempre più quella del centro e non certo quella della sinistra, come del resto dimostra ampiamente l'appoggio ad un governo che di sinistra non ha fatto proprio niente.
Bersani, con questa mossa, si vorrebbe assicurare un posto ai piedi del pio Casini, compagnuccio di recenti merende con il quale l'intesa sembra essere sbocciata felicemente. Sono veramente lieto che il partito composto per due terzi da ex militanti ds e pci abbia intrapreso questa via tortuosa verso la moderazione, via lunga ma che saprà ripagarli certamente con un posto in paradiso in un'altra vita. Del resto, in tempi di crisi i valori della sinistra non possono certo essere rappresentati da questo branco di allegri annuenti, pronti ad assecondare qualsiasi sanguinaria proposta del governo per prosperare nel Grande Mare del Centro, pieno di pesci moderati che tutti cercano ma di cui, francamente, si stenta a definire un'identità. Bersani non era adatto a fare il leader di centrosinistra: non è mai riuscito a superare le evidenti difficoltà nel pronunciare la parola "patrimoniale" e l'orticaria lo affliggeva ogniqualvolta si rendesse necessario un fiato contro le riforme assassine dei lavoratori dipendenti, diciamolo pure, essere di sinistra non è di certo il suo talento naturale. Resta ora l'irrefrenabile (...) curiosità per sapere cosa ha intenzione di fare per conquistare il centro il novello Napoleone, si ipotizzano genuflessioni varie, lunghe letture di Manzoni passeggiando per i parchi pubblici (guardando male i giovani con la musica nelle orecchie) e un pellegrinaggio a Santiago de Compostela, senza però fermarsi troppo in Spagna dato l'altissimo rischio di venire contaminati dalla Movida, vera e propria aberrazione per ogni spirito sinceramente moderato. Nel frattempo, il Paese si chiede come mai l'estrema sinistra e l'estrema destra (che poi sono semplicemente la sinistra e la destra) siano rimasti gli unici argini a non cedere di fronte alla piena del fiume moderato, irresistibile divoratore di nomine e poltrone che continua la sua strada per diventare una compiuta pozza di fango...
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giovedì 7 giugno 2012
Piano turismo, perchè siamo il paese più bello del mondo
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Mi trovo d'accordo con l'idea avanzata dal Ministro del Turismo Gnudi di approntare un piano per il rilancio del turismo in Italia, facendo una promozione che riguardi l'intera nazione e non le sole realtà regionali. Non so come vogliano mettere in atto questo piano ma mi sembra una necessità assoluta. E' un settore che in Italia dovrebbe fare la differenza assoluta rispetto alle altre nazioni, così non è. Nel 2010 eravamo addirittura al quinto posto tra le nazioni più visitate del mondo dietro a Francia (79 milioni di turisti), Stati Uniti (60 milioni), Cina (56 milioni) e Spagna (53). L'Italia, con circa 43 milioni, registra un risultato veramente da poco se si pensa alle potenzialità che avrebbe il nostro paese. Abbiamo il 60% del patrimonio artistico mondiale, un mare introvabile nei paesi che ci precedono, città d'arte decisamente superiori. Eppure non riusciamo ad attirare una quantità di turismo adeguata. Come è mai possibile che la Francia, che eccettuata Parigi non ha una singola città più bella di quelle italiane (e tra Parigi e Roma si può discutere all'infinito), ci debba sorpassare di più di 35 milioni di turisti? Aggiungo, senza quasi avere il mare come possibilità ricettiva. La Spagna ci supera di dieci milioni di turisti, inspiegabilmente. La sola spiegazione che si può trovare è nella qualità dei servizi rispetto ai prezzi praticati, decisamente scadente. Nessuno vuole più venire al mare in Italia dato che si praticano prezzi assurdi e una vacanza nel peggior posto italiano costa come una a Sharm el Sheik per uno straniero, nelle città non c'è un sistema dei trasporti adeguatamente sviluppato, si veda la metropolitana. Le autostrade costano come in Francia ma sono scadenti come quelle (gratuite) inglesi, il costo della benzina scoraggia chiunque voglia fare una vacanza "on the road" sul modello degli Usa. Chiunque voglia andare al mare, da qualunque parte d'Europa, non capisce perchè dovrebbe scegliere di venire in Italia e non andare in Grecia a prezzi pesantemente inferiori. Siamo indietro sotto molti punti di vista, insomma, e il governo fa bene a cercare un rimedio per recuperare lo svantaggio in un settore che, in periodi di crisi, dovrebbe continuare a rappresentare il nostro motore maggiore.
mercoledì 6 giugno 2012
Obama e Cameron, dopo la Merkel nuovi padroni?
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ed il Premier britannico Cameron hanno dichiarato oggi pomeriggio che è necessario un piano per la crisi dell'eurozona. La dichiarazione congiunta segue quella di ieri sera in cui gli statunitensi ci offrivano i loro consigli e la loro consulenza per uscire dalla crisi.
Riepilogando, in Europa comanda la Merkel, comanda sulla Francia, sull'Italia, sulla Spagna, sulla Grecia e su tutti i loro cittadini. Ora però, essendo noi tutti evidentemente accondiscendenti a farci trattare come bestiame senza cervello dai tedeschi, anche gli eterni alleati angloamericani fiutano l'occasione e vogliono mettersi in mezzo. Sarà forse un concetto estremo e, forse, americani ed inglesi sono animati da interessi migliori che il semplice allargare la loro area di influenza su di noi, è quello che mi auguro. Tuttavia, è quantomeno ridicolo che in tutti i paesi della Zona Euro non si riescano a trovare persone in grado di gestire la crisi senza ricorrere ad aiuti dall'estero. La realtà, più semplicemente, è che queste persone pur essendoci non hanno il potere di mettere in pratica ciò che vorrebbero. Tutto questo a causa della Germania. L' Euro era nato come moneta unica, in grado di favorire le economie dei paesi aderenti con forza considerata inesauribile. Quello che già dall'inizio si sapeva, però, è che così facendo si sarebbe rinunciato alla possibilità di gestire la politica monetaria. Era un prezzo importante, tuttavia considerato non eccessivo rispetto ai vantaggi ipotizzati. La maggiore controindicazione era che paesi che si fossero trovati in situazioni opposte di difficoltà o espansione nello stesso momento avrebbero dovuto raggiungere un compromesso riguardo alla gestione di tale politica, con il concreto pericolo di trovarsi a gestire momenti critici con addirittura la situazione monetaria impostata come freno. Il difetto fondamentale di tutto il marchingegno sta, ovviamente, nella mancanza di titoli di stato comuni, nella mancanza dei cosiddetti "Eurobond". Non esiste, al mondo, un insieme di paesi che abbia la stessa moneta ma debba prestare a tassi differenti l'uno dall'altro. Con un euro impostato così, la Germania sta semplicemente approfittando delle carcasse degli altri stati, vedi Grecia, Spagna e Italia. La situazione non può cambiare, perchè i tedeschi hanno il coltello dalla parte del manico: se loro lasciano, sono probabilmente i soli che si salvano, di certo non si salvano i paesi sopracitati. Se loro continuano a fare così, però, accumulano un vantaggio competitivo rispetto a noi e agli altri, lasciandoci a lessare lentamente mentre loro diventano sempre più forti e ottengono soldi in prestito a tassi ridicoli.
Il fatto che la loro economia sia forte è un loro merito, il fatto che la nostra sia allo sfascio principalmente un nostro demerito e della nostra classe politica vergognosa. Detto questo, tuttavia, siamo in una situazione in cui la sovranità non ci è consentita, una gestione economica indipendente non ci è consentita e il dissenso verso chi sta meglio di noi non ci è consentito. Iniziamo a cambiare votando un nuovo, legittimato governo, che almeno riesca ad evitare di farci sembrare un animale morente che attira ogni giorno nuovi avvoltoi.
martedì 5 giugno 2012
Riapriamo le case chiuse, tassiamo la prostituzione
Un' idea immediata per il governo: riaprire le case chiuse. Se si mettessero da parte certi moralismi insensati negli anni che viviamo, potremmo tutti accorgerci di come sarebbe vantaggioso per lo Stato provvedere ad una cosa del genere.
Tutti sanno che in Italia la prostituzione è ricercata e diffusa, nel 2002 Repubblica aveva individuato in circa 9 milioni il numero di Italiani che erano soliti rivolgersi alla prostituzione in modo abituale. Sono passati dieci anni ma il fenomeno resta apparentemente sempre lo stesso. La riapertura della case chiuse consentirebbe allo Stato di guadagnare sulle tasse che, a quel punto, le prostitute sarebbero costrette a pagare. E' da precisare, poi, come circa il 10% sia sfruttato mentre il 90% non lo sia. Nella enorme percentuale di coloro che non lo sono di certo si troverebbero persone disposte a pagare le tasse pur di avere una protezione dal punto di vista previdenziale analoga ad un qualsiasi lavoratore. Per quanto riguarda il rimanente 10%, che non lo fa di sua spontanea volontà ma arriva in Italia con ben altre speranze, la regolarizzazione e riapertura delle case chiuse renderebbe il mercato degli sfruttatori probabilmente ben più povero e si potrebbe risparmiare un destino atroce a chissà quante ragazze. Ovviamente, mi rendo conto che non sia un concetto nuovo, ciò non vuol dire che sia sbagliato.
Se in Italia la prostituzione fosse regolamentata e consentita in modo da ottenerne un gettito fiscale, i soli che non ne beneficerebbero sarebbero i moralisti duri e puri che non si rendono conto che la prostituzione ce l'hanno già da tempo sotto il naso e, soprattutto, che la scelta di prostituirsi non è certo il sogno di ogni ragazza quanto piuttosto una scelta dettata da situazioni spesso molto dolorose e senza alternative.
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lunedì 4 giugno 2012
Fornero e parità pubblico-privato, se serve a licenziare lei sono d'accordo
Elsa Fornero, Ministro del Lavoro dell'attuale governo, continua la sua personale crociata per la parificazione della situazione dei dipendenti privati e di quelli statali, auspicandone un equiparazione dal punto di vista delle tutele lavorative. In sostanza, possibilità di licenziare nel settore pubblico con le stesse modalità con cui si può farlo nel settore privato, senza più tutele. Il discorso è sufficientemente complesso e coinvolge molti ambiti. E' indubbiamente vero che in ambito statale ci siano una montagna di sprechi e una montagna di lavoratori che di lavoratore hanno solo la definizione. Così come è vero che la botte di ferro in cui il contratto statale pone questi "lavoratori" non li stimola certo a dare il meglio di sé. Sicuramente, stiamo parlando di un mondo che andrebbe snellito e reso più efficiente anche dal punto di vista del personale. Detto questo, lascia sgomenti la totale disinvoltura con la quale il ministro Fornero continua a trattare la sua mansione al pari di una sorta di falciatrice dei posti di lavoro, viene da pensare che abbia paura a camminare da sola per strada e voglia quindi avere un po' di compagnia, magari giovane. Al pari della riforma del lavoro riguardante il settore privato, mi chiedo se sia corretto impostare un tale sconvolgimento della struttura occupazionale senza procedere a nessuna misura che possa realmente renderla moderna. Quale senso ha rendere più facili i licenziamenti se le persone licenziate non trovano un altro lavoro? Per attirare capitali esteri, si dice. Effettivamente, grazie all'astuta combinazione di protezione lavorativa e tasse assassina messa in campo dal governo, ci ritroveremo presto al pari dei Cinesi come reddito, cosa che incoraggerà le grandi multinazionali a venire da noi per fare cucire palloni ai nostri figli o impiegarci in immense fabbriche dormitorio. Scenari veramente confortanti, che mi rendono veramente ottimista per il futuro. Vorrei sapere dalla Fornero se ritiene di trovare una collocazione ai milioni di impiegati statali che vorrebbe licenziare o se ha intenzione di allestire grossi pascoli nella pianura padana. Con le tasse che il suo governo impone, come pensa che le imprese possano essere nelle condizioni di assumere? Vogliamo lasciare altri milioni di italiani senza la minima protezione, in questa fase? La logica con la quale il governo tratta queste questioni non può essere sempre quella di attrarre investimenti stranieri. Anche se loro non sono stati votati da nessuno, devono pur sempre rispondere agli italiani. Le riforme della PA non possono essere fatti, ad oggi, così sulle spalle della gente, gente già troppo provata per la loro manifesta incapacità di ideare una qualsivoglia misura credibile di crescita.
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domenica 3 giugno 2012
I politici si ricordino che lo Stato è laico, non è del Papa
Per fortuna Sua Santità Benedetto XVI ci ha regalato un'altra dose di ingerenza papale nelle questioni dello Stato Italiano. Ratzinger, davanti alla plaudente folla di credenti giunti da ogni parte del mondo (!) ad assistere alla sua messa, ha ritenuto opportuno procedere all'espressione di alcune valutazioni della Chiesa riguardo alla situazione dello Stato. Ha bacchettato i partiti, colpevoli di non mantenere le loro promesse. Si è scagliato contro l'aborto e l'eutanasia, che non devono a suo dire essere consentite dallo Stato. Ha detto che la famiglia deve essere fondata sul matrimonio. Ora, il Papa ha il diritto di dire ciò che vuole, la folla che lo ascolta testimonia l'interessa che una nutritissima parte della popolazione ha verso le sue indicazioni e raccomandazioni. Io mi chiedo se sia, però, opportuno che lo Stato Italiano consenta a chicchessia di esprimere simili valutazioni dopo che gli sono stati messi a disposizione milioni di euro in spese per la sicurezza della manifestazione. Soprattutto, mi domando se sia giusto che al cospetto del Papa ci fossero leader di partito e istituzioni, compreso il Presidente del Consiglio Monti, evidentemente interessati a prendere istruzioni su come si guida uno Stato da qualcuno che non mi risulta faccia parte degli organi costituzionali italiani. Non è ammissibile questo servilismo statale da parte delle istituzioni, lo Stato è laico. Io voglio uno Stato laico, non uno Stato in cui istituzioni e politici fanno a gara a sbracarsi a sentire il Papa ogni volta che proferisce parola, interferendo in modo molto discutibile in questioni che non hanno nulla a che fare con la sua missione evangelica, ecclesiastica, di guida dei fedeli. E' una questione che riguarda la religione il comportamento dei partiti? E' forse obbligatoria la consultazione del Papa sulle questioni riguardanti leggi dello Stato Italiano? No. Allora, che il Papa continui a dirle e che i suoi fedeli continuino ad ascoltarlo, come è legittimo che sia. Ma che le istituzioni italiane la smettano con questo atteggiamento, si inginocchino davanti al Parlamento.
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sabato 2 giugno 2012
Papa e parata, che brutta giornata
Mentre in Emilia Romagna la gente è preda del timore per le continue scosse e per un futuro che appare quantomai incerto, ricorre la festa della Repubblica Italiana. Una festa che, nonostante le numerosissime voci contrarie spare per l'Italia, è stata celebrata con una parata militare costata tra i 2,5 e i 3 milioni di euro. Parata militare della quale, fondamentalmente, non frega assolutamente niente a nessuno, buona solo per mettere in mostra forze dell'ordine come se fossimo nell'Ottocento. Forze dell'ordine, sia ben chiaro, che molto spesso si dimostrano molto più responsabili e coscienziose di chi governa le istituzioni, vedi i Vigili del fuoco e il malcontento mostrato dalle altre. Non sarebbe stato meglio rinunciare a spendere così inutilmente questi soldi e destinarli ad un aiuto alle popolazioni bisognose? E' ovvio che non sono i soldi della parata a fare la differenza globalmente, ma possono fare differenza per qualcuno. Cosa ancora più importante, oltretutto, possono dare alla gente il segnale che la politica e le istituzioni non sono completamente distaccate dal popolo. Mentre i partiti sono considerati peggio della peste nel Paese, i loro vertici continuano a non capire che per ritrovare la fiducia della gente c'è ben altro da fare che provare ad accaparrarsi le prime file di una sfilata o la partecipazione al ricevimento quirinalizio. Dove sta il rispetto della gente? Il sentimento popolare viene continuamente calpestato, dimenticandosi che la sovranità appartiene al popolo e che quando il popolo fa sentire la sua voce è più importante di qualsiasi istituzione italiana. Il popolo si era espresso chiaramente, anche se un minimo di coscienza sarebbe stata sufficiente, ma la sua voce è stata messa da parte per lasciare spazio a giochi di rappresentanza e potere che poco hanno a che fare con chi, carabiniere, muratore o ingegnere, rappresenta la vera Italia. Un'altra occasione persa, insomma, della quale il pronostico era tristemente facile.
Nel frattempo, a Milano, lo Stato spende altri tre milioni di euro tra Protezione Civile e forze dell'ordine per assicurare al Papa la sua presenza nel capoluogo lombardo. Tralasciando il fatto che il Papa dispone di risorse sufficienti per pagare di tasca sua una cifra del genere, attraverso il "piccolo" patrimonio a disposizione di Santa Romana Chiesa, ci si chiede se non si provi un minimo di vergogna, nel mondo cattolico, a tenere occupate Protezione Civile e forze dell'ordine per tre milioni di euro mentre in Emilia manca l'assistenza e manca qualcuno che possa recuperare non so, la televisione di una donna anziana da una casa pericolante? Mai pensato che la Chiesa dei nostri giorni abbia una coscienza civile, tuttavia stavolta mi sembra che se ne siano passati. Non ci scordiamo di aggiungere ai tre milioni la cifra messa a disposizione dalla Regione Lombardia, ad opera del pio Formigoni. Stato e Chiesa sono da troppo tempo lontani dalla gente, cosa che può anche riguardare solo loro, ma che li rende assolutamente inadatti a servire cittadini e fedeli con la loro gestione attuale.
sabato 26 maggio 2012
Vaticano, poco Dio e tanto denaro
Nell'ultima settimana ci sono stati avvenimenti degni di nota nella Città del Vaticano: dapprima l'allonatanamento del banchiere Ettore Gotti Tedeschi, che era a capo dello Ior, poi la vicenda del maggiordomo personale del Papa, fermato in seguito alla vicenda del libro recentemente pubblicato contenente documenti riservati, trafugati da una talpa interna al Vaticano.
La prima vicenda vede, secondo l'interpretazione che prevale, Gotti Tedeschi allontanato per la sua posizione in difesa della legge antiriciclaggio di cui il Vaticano si è dotato, legge che tuttavia sembra aver avuto un impatto non proprio favorevole sull'attività dello Ior. Questo, formalmente Istituto per le opere religiose, in realtà si è distinto nel corso della sua storia per vicende oscure che poco hanno a che fare con la religione e molto con il mero interesse economico. In particolare, è stato più volte oggetto di controversie il suo possibile ruolo in operazioni finanziarie a scopo di riciclaggio e la sua vulnerabilità a tali operazioni. Perché Gotti Tedeschi è stato allontanato? Non è facile dare una spiegazione, dati anche gli scarsissimi elementi utili alla valutazione che trapelano, tuttavia il banchiere sostiene proprio che la sua posizione favorevole alla legge antiriciclaggio e a rendere lo Ior una banca trasparente gli sia costata il posto. Personalmente, non sono affatto un simpatizzante delle gerarchie ecclesiastiche. Anche se ritengo che il fenomeno religioso sia una cosa profondamente rispettabile aldilà di ogni opinione personale, quello che rimprovero alla Chiesa è l'incoerenza totale, l'abbondanza di prediche esaltanti valori di umiltà e dedizione al prossimo che si sposano molto male con le faccende economiche delle quali si rendono troppo spesso protagonisti. Il loro principale obiettivo dovrebbe essere quello di dare l'esempio, di guidare i fedeli che credono in loro non come affaristi ma come guide spirituali, a torto o a ragione. Facendo quello che fanno, non mancano di rispetto solo a me e a quelli come me, obbligati a sorbirci l'influenza sociale e politica di questo gruppo di incoerenti, falsi e approfittatori. Soprattutto, mancano di rispetto ai milioni di persone perbene che seguono la Chiesa per fede sincera e speranza in una guida che li sappia condurre verso una vita migliore attraverso una vita migliore.
Legato all'argomento sopracitato, c'è il caso del maggiordomo del Papa, fermato perchè ritenuto colpevole di aver divulgato informazioni riservate, raccolte poi in un libro e ora divulgate. Dal libro si apprende come in Vaticano ci si occupi di molto altro che della sola "pastorizia di anime", basti pensare alle manovre volte a contrastare l'impatto dell' Imu sugli affari della Santa Sede a dispetto del collaborazionismo di facciata. Posto che, ovviamente, non possono tollerare un maggiordomo che traafughi documenti riservati, emerge anche qui il desiderio di nascondere gli affari ecclesiastici dietro alla condanna per un atto ritenuto uno spregevole ladrocinio. La Chiesa ha perso negli anni un gran numero di seguaci, il numero dei sacerdoti è rimpolpato spesso da stranieri e le Chiese sono sempre più vuote. Il Cattolicesimo sembra avviato verso un tramonto, veloce o lento che sia, che non può certo essere evitato con questi continui giochi d'ombre. Ed è, per certi minimi versi, un peccato, perché anche io riconosco che "ama il prossimo tuo come te stesso" è un insegnamento che dovrebbe sempre trovare posto nelle società di ogni tempo, a dispetto dell'uso ridicolmente di facciata che ne fa la Chiesa di oggi e a dispetto della fede religiosa.
giovedì 24 maggio 2012
I partiti potranno investire solo in titoli UE, meraviglioso........
Vengo a sapere che un emendamento alla legge sulla riforma del finanziamento ai partiti vieta agli stessi di investire la loro liquidità in lingotti e diamanti, costringendoli ad investire in titoli emessi da stati UE. Una parte del mio cuore è sinceramente addolorata per i tanti Gordon Gekko amministratori di denaro pubblico che non potranno più cimentarsi nell'emulazione del loro idolo. La fitta selvaggina di fenomeni della finanza, dopo aver raggiunto grandi risultati sul mercato della Tanzania, era sul punto di cimentarsi nella gestione di propri hedge funds, nella speculazione sui futures del succo d'arancia e in fantasiose tecniche di composizione di opzioni su azioni, le quali avrebbero indubbiamente arricchito la già nutrita letteratura e casistica accademica nel campo finanziario. Che disdetta...
La seconda parte di me, tuttavia, non può fare a meno di notare come sia una cosa singolare il fatto che l'emendamento ad una legge si prefigga di individuare il modo in cui i partiti possono investire i loro soldi. Meglio, i loro soldi pubblici. E' forse una mia impressione e, forse, la primavera ormai inoltrata con le sue allergie mi impedisce di ragionare in modo sensato, tuttavia mi sembra che i soldi che questa gente riceve dallo Stato dovrebbero essere un rimborso per le spese sostenute in campagna elettorale, al massimo finanziamenti che riconoscano la loro somiglianza ad un'associazione, non una sorta di raccolta fondi per banche di investimento. Per quello che mi riguarda ho già ipotizzato la mia soluzione al problema del finanziamento ai partiti, ora mi limito solo ad osservare che, se questi signori hanno a disposizione così tanta liquidità da poterla investire, vuol dire che non gli serve per gli scopi a cui sarebbe teoricamente destinata. Se non gli serve per spese elettorali o per altre più o meno fantomatiche spese, che non gli venga data. Recenti elezioni, oltretutto, hanno dimostrato come sia possibile fare campagne elettorali vincenti spendendo seimila euro. Di autofinanzimento. Non mi si venga a dire che questi soldi non possono essere lasciati nelle casse dei partiti a fare la muffa perché c'è una discrepanza temporale tra il tempo in cui vengono ricevuti e quello in cui vengono spesi. La vera discrepanza è tra i soldi che spendono e quelli che gli vengono regalati da ognuno di noi. In ogni caso, comprare titoli di Stato espone comunque il denaro investito ad un rischio consistente, specie in questi tempi di crisi dei debiti sovrani. Pertanto, io vieterei di investirli in qualsiasi cosa. Al massimo, in titoli dello Stato Italiano, almeno questi novelli Warren Buffet starebbero più attenti a non provocare disastri economici a destra e a sinistra...
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mercoledì 23 maggio 2012
Reverendo pazzo, recintare gay fino alla morte
Negli Stati Uniti, il reverendo Charles Worley della chiesa battista di Maiden ha proposto il suo personalissimo trattamento da riservare a gay e lesbiche. Secondo quest'individuo, bisognerebbe costruire un recinto elettrificato in cui rinchiudere gli omosessuali, come si fa col bestiame, per poi nutrirli dall'alto e lasciarli morire nell'impossibilità di riprodursi.
Non credo sia il caso di soffermarsi troppo sulla follia del soggetto in questione, il quale andrebbe semplicemente arrestato o rinchiuso in un ospedale psichiatrico in quanto costituisce un evidente pericolo per la società. Invece, mi colpisce sempre notare come molti uomini che si dedicano alla religione abbiano questo astio profondo per persone come loro. Non capisco come sia possibile tradurre i precetti della religione in questi comportamenti allucinanti e deviati, propri forse del Medioevo o forse nemmeno. Più o meno tutte le religioni del mondo, ovviamente a vari livelli (sia chiaro che grazie al cielo nessuno in Italia viene a dire follie simili), sono contro l'omosessualità. E' presunzione propria della religione, di qualsiasi tipo, quella di essere in possesso di verità uniche ed inoppugnabili. Questa presunzione, però, si scontra col fatto che il mondo e gli esseri umani non saranno mai come li vorrebbero loro. Il mondo è bello perché le persone hanno punti di vista diversi su questioni diverse, perché siamo abbastanza istruiti da capire che la realtà che viviamo non può combaciare con le ipotetiche verità rivelate centinaia o migliaia di anni fa. Oggi, i diritti umani sono garantiti molto di più che in altri tempi in cui le varie chiese avevano un potere maggiore di quello di cui possono disporre nel 2012 (comunque troppo alto). Mano a mano che il mondo si evolve, si libera di preconcetti che ci rendono più simili alle bestie che agli esseri umani.
Due uomini che si amano, così come due donne, sono qualcosa che fa infinitamente più bene al mondo di qualche cialtrone represso e straparlante, di centinaia di bigotti chiusi nell' immobilità del loro pensiero antico, zavorra per l'umanità e nient'altro. Quando impareranno che un' umanità migliore è un' umanità che si ama di più, potranno svolgere con migliore decoro anche la loro missione.
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venerdì 6 aprile 2012
Let's start
DiciamoNoi is an Italian boy's blog born from the desire to express myself and listen to those who want to express themselves. Born from the frustration of not being able to make my voice heard when I feel too many voices sayin' the same boring things. It is intended to be a blog interested in politics, social issues, economics, and whatever other I think. It wants to be a blog where I write and everyone can criticize me with comments, hoping that you will criticize heavily, because I got already bored of conversations in which problems take a back seat with respect to the politeness. If it will be a failure, peace. If it will not, it will be great. I'll put the passion in.
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