lunedì 4 marzo 2013

Il berlusconiano irriducibile ed il PDino illuminato

L'Enciclopedia, grande protagonista dell'Illuminismo
Il berlusconiano irriducibile ha votato Berlusconi, un'altra volta. Ha fatto finta di niente, scivolando nell'ombra, ma alla fine il richiamo è stato troppo forte. Lui vota Silvio, sempre e per sempre, senza se e senza ma. Il berlusconiano irriducibile pensa alle proprie tasche,che sia un evasore o uno sfortunato a cui fanno comodo trecento euro di IMU. Il berlusconiano irriducibile, dell'etica se ne frega. Se in giro per il mondo l'Italia viene derisa, lui si fa forte della sua intima sicurezza: "fossi Berlusconi, anche io mi darei ai festini". Guarda un po' storto gli immigrati, difende la Chiesa spesso senza andare a messa, muore dalle risate di fronte a Silvio barzellettiere. Si ritiene un esperto liberale e liberista, ma non si preoccupa di confrontare il programma del PDL con quelli veramente liberali (leggi Fare...), perché lui sa perfettamente che Brunetta vincerà il premio Nobel. E, se l'economia va male, la colpa è dei mercati cattivi che ce l'hanno con Silvio.
Il PDino illuminato è una particolare specie di PDino che vive sparso nella penisola. Lui vota PD, per definizione. Prima votava DS o Margherita, prima ancora PDS, prima ancora perlopiù PC, perchè sia chiaro, le facce sono le stesse ma c'è un grosso rinnovamento in atto! Il PDino illuminato vive nella convinzione che lui sia il più intelligente e capace di scegliere il partito che propone le cose più intelligenti (guarda caso, conclude che sia sempre il PD). Il PDino illuminato spiega al resto del mondo la democrazia, poco importa che il suo partito nomini o influenzi le nomine di direttori di asl, primari, dirigenti di aziende pubbliche, partecipate, fondazioni eccetera solamente su base politica e così si crei un consenso forzato. Poco importa che i membri del suo partito siano protagonisti di scandali ripetuti ed usino le spese di rappresentanza come un conto in banca personale. Poco importa che il suo partito rifiuti le preferenze per poter decidere chi entra in Parlamento e chi no. Poco importa che candidi Rosy Bindi in Calabria o la Finocchiaro in Puglia. Poco importa che chi ha vinto le primarie per i parlamentari finisca in lista dietro agli esponenti di listini scelti dai dirigenti. Lui ha fatto le primarie, quindi non ha nulla da imparare in quanto a democrazia. Il PDino illuminato ha perdonato al suo partito il non aver fatto la legge sul conflitto di interessi, ha perdonato Violante che assicurava che "le televisioni (di Berlusconi ndr) non sarebbero state toccate", ha perdonato la bicamerale e tutto il resto. Ma se Bersani dice "stavolta la faremo la legge sul conflitto di interessi" lui non solo ci crede, ma pensa anche che chi non ci crede non sia illuminato come lui. Il PDino illuminato sostiene di avere dei valori più forti degli altri, poco importa se cinque anni fa era contro la modifica dell'articolo 18 ed ora sia a favore solo perché ora è a favore anche il PD. Poco importa quello che il PDino illuminato crede riguardo ai diritti civili, il PD propone il modello tedesco? Il Pdino illuminato scopre di aver sempre guardato alla Germania come modello, se poi è per matrimonio e adozione per gli omosessuali lo dirà solo dentro casa, quatto quatto. Il PDino illuminato se la prende (a ragione) con Berlusconi che vuole restituire 4 miliardi di IMU sulla prima casa per rilanciare i consumi e far respirare le famiglie ma, se il suo partito vuole pagare il debito dello stato verso le imprese con dieci miliardi all'anno da reperire con l'emissione di titoli di Stato, pensa che sia la genialata economica del secolo. Perchè in questo caso si rilancerebbe l'occupazione, se invece si rilanciassero i consumi no... Domanda: Berlusconi potrebbe dire, rimborso l'IMU emettendo titoli di stato, e per soli 4 miliardi, a quel punto sarebbe ancora stupido? La mia risposta è ovviamente si, come è stupida la proposta PD senza una rimodulazione delle altre spese.
Sia il PDino illuminato che il berlusconiano irriducibile non sono la totalità del proprio schieramento, ma sono esageratamente diffusi. Oggi hanno un nuovo nemico in comune: il grillino spaesato. Il quale, poverino, sperava di fare solo opposizione e si ritrova invece a contare un bel po'. Non ha ancora messo piede in Parlamento ma ha già la responsabilità dell'Italia sulle spalle (lui, mica chi ha governato gli ultimi 40 anni...). Dovrebbe votare i punti di Bersani perché sono anche i suoi, se non lo facesse sarebbe un irresponsabile, poco importa che Bersani e Berlusconi siano stati per un anno insieme in Parlamento con la maggioranza più grande della storia della Repubblica e che non siano nemmeno riusciti a fare la legge elettorale, loro sono da perdonare. Poco importa che gli otto punti di Bersani non combacino con quelli del m5s, che dove uno dice "zero soldi ai partiti" l'altro risponda "un po' di soldi ai partiti per non far fare la politica ai soli ricchi ed ottimati (?!?, grande comunicazione Bersani style)". 
Sia il PDino illuminato che il Berlusconiano irriducibile sono la causa principale dei milioni di voti che perde il proprio partito, perchè non sanno cosa sia l'autocritica. Per loro consiste nel dire "si abbiamo sbagliato, ma ce l'hanno tutti con Silvio" oppure "si, abbiamo sbagliato, ma chi non ci ha votato è comunque stupido". A loro non viene in mente che chi ha votato m5s possa averlo fatto per dargli un segnale di cambiamento, che possa averlo fatto perchè è stufo delle cose che non vanno nei loro partiti. Preferiscono pensare che otto milioni di italiani si siano rincitrulliti e siano diventati una massa di pecoroni che credono alle (tante) idiozie che dice Grillo sull'economia. Non hanno capito che siamo al punto in cui la buona volontà e l'onestà potrebbero contare più di un'incapacità manifesta di criticarsi e migliorarsi. Non hanno capito che per recuperare voti è necessario scendere dalla propria torre e capire quello che pensano le persone. Non hanno capito che finché ci saranno persone come loro, altri non potranno più di tanto forzare il proprio senso critico ad accettare un voto da dare a chi pensa di essere perfetto.


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