martedì 5 giugno 2012

Riapriamo le case chiuse, tassiamo la prostituzione

Prostituzione regolare
Un' idea immediata per il governo: riaprire le case chiuse. Se si mettessero da parte certi moralismi insensati negli anni che viviamo, potremmo tutti accorgerci di come sarebbe vantaggioso per lo Stato provvedere ad una cosa del genere.
 Tutti sanno che in Italia la prostituzione è ricercata e diffusa, nel 2002 Repubblica aveva individuato in circa 9 milioni il numero di Italiani che erano soliti rivolgersi alla prostituzione in modo abituale. Sono passati dieci anni ma il fenomeno resta apparentemente sempre lo stesso. La riapertura della case chiuse consentirebbe allo Stato di guadagnare sulle tasse che, a quel punto, le prostitute sarebbero costrette a pagare. E' da precisare, poi, come circa il 10% sia sfruttato mentre il 90% non lo sia. Nella enorme percentuale di coloro che non lo sono di certo si troverebbero persone disposte a pagare le tasse pur di avere una protezione dal punto di vista previdenziale analoga ad un qualsiasi lavoratore. Per quanto riguarda il rimanente 10%, che non lo fa di sua spontanea volontà ma arriva in Italia con ben altre speranze, la regolarizzazione e riapertura delle case chiuse renderebbe il mercato degli sfruttatori probabilmente ben più povero e si potrebbe risparmiare un destino atroce a chissà quante ragazze. Ovviamente, mi rendo conto che non sia un concetto nuovo, ciò non vuol dire che sia sbagliato.
 Se in Italia la prostituzione fosse regolamentata e consentita in modo da ottenerne un gettito fiscale, i soli che non ne beneficerebbero sarebbero i moralisti duri e puri che non si rendono conto che la prostituzione ce l'hanno già da tempo sotto il naso e, soprattutto, che la scelta di prostituirsi non è certo il sogno di ogni ragazza quanto piuttosto una scelta dettata da situazioni spesso molto dolorose e senza alternative.

Nessun commento:

Posta un commento