venerdì 30 novembre 2012

Se Renzi è come Berlusconi

di Luca

Raffigurazione di Socrate in una cesta
Non ho nessuna particolare simpatia per Bersani, sia chiaro fin da subito. Mi permetto tuttavia un pensiero in difesa della sua posizione riguardo alla possibilità che al secondo turno delle primarie del PD votino anche coloro che non hanno votato al primo turno. Ci sono delle regole, giuste o meno, che Renzi conosceva e conosce. Non sono state imposte a nessuno ma decise di comune accordo, ed erano assolutamente note a tutti i partecipanti alle primarie. Queste regole dicono che chi non ha votato al primo turno non può andare a votare al secondo e io non solo non ci vedo nulla di strano ma lo trovo sacrosanto. Se uno era interessato alle primarie del PD, e non dico che si debba esserlo per forza, avrebbe potuto tranquillamente andare a votare al primo turno. E' una questione di rispetto per chi a votare ci è andato e ha ritenuto opportuno spendere parte del suo tempo per questo. La filosofia dell'andare a votare solo se c'è una chance è tipica di chi fa prevaricare l'opportunismo al sincero coinvolgimento nelle vicende politiche e questa è gente che andrebbe tenuta lontana da qualsiasi partito. Il voler cambiare le regole in corsa è pratica propria del Berlusconismo e di chiunque abbia in sé una mancanza di rispetto totale per le regole e per gli altri e questa è gente che andrebbe tenuta lontana da qualsiasi partito. Non mi interessa niente del fatto che le regole siano giuste o meno, mi interessa una classe politica che le regole le rispetta. Il continuo polemizzare di Renzi a tal proposito e l'adoperarsi dei suoi comitati per far registrare gente che non ha votato facendo loro fingere di essere stati impossibilitati o malati mi dà il voltastomaco. Bisognerebbe tenere presente che il rispetto viene prima di tutto.

Se vuoi aiutare DiciamoNoi un +1, condivisione o tweet in fondo al post oppure un +1/mi piace/follow sulle pagine accessibili dal menù a tendina a destra o dai pulsanti alla destra del post sono il modo migliore!
Non sei d'accordo con il post? Commenta o scrivi il tuo articolo, verrà pubblicato!

Rubricone: Renzi-Bersani, differenze.


30/11/2012 di Michele

TASSE
Renzi: Imu, No ai condoni.
Bersani: Sgravi fiscali sul lavoro, Sgravi fiscali per donne e giovani, riduzione aliquota Imu, Patrimoniale.

EVASIONE FISCALE
Renzi: Accordo con Svizzera per rientro capitali, Miglioramento “sistema Equitalia” favorita da una miglior tecnologia con incrocio banche dati.
Bersani: Lotta ai paradisi fiscali, Mai più un condono, Riduzione del contante in circolazione e tracciabilità a 300€ (riduzione commissini bancarie), Tracciabilità movimenti bancari, Incrocio banche dati, Armonizzazione europea dei sistemi fiscali.

EUROPA
Renzi: Stati Uniti d’Europa con elezione diretta del Presidente, BCE indirizzata alle politiche per le piccole e medie imprese, Servizio Civile obbligatorio, più rigore e più crescita, non rinegoziare il patto di stabilità.
Bersani: Stati Uniti d’Europa, Maggior controllo su tutti i bilanci, Minore austerità, Aumento politiche di investimento, Gestione comunitaria del debito, Sì al patto di stabilità, Tassare maggiormente la finanza.

FUTURO E GIOVANI
Renzi: Minor burocrazia, Velocizzazione della giustizia civile, Maggior lavoro femminile.
Bersani: Aumento fondi per il diritto allo studio, Sgravi fiscali per l’incentivazione del lavoro, Maggiore innovazione, Agenda Energetica, Maggior rispetto per l’ambiente (qualificando la produzione).

RIFORMA FORNERO
Renzi: Sì all’aumento dell’età pensionabile, Più semplicità e trasparenza, Aumentare fondi per l’autosufficienza, la disabilità e i fondi sociali dei Comuni, Regolamentazione sul lavoro basata su 60 articoli.
Bersani: Devono essere ritoccati ammortizzatori sociali, precarietà e politiche attive, pensioni proporzionate all’età in cui si ha accesso (più tardi vai in pensione, più prendi).

FIAT
Renzi: Rimanere in Italia costruendo auto di miglior qualità.
Bersani: Maggiore chiarezza.

DIRITTI CIVILI
Renzi: Civil Partnership, Adozioni più facili per gli eterosessuali.
Bersani: Legge sull’omofobia, Legge sulle Unioni Civili alla tedesca, Maggiori diritti a coloro che sono già figli di omosessuali.


CASTA E ANTIPOLITICA
Renzi: Abolizione finanziamento pubblico ai partiti, Abolizione di tutte le Province, Eliminazione di tutti i vitalizi, Stipendio del top management non superiore a 10 volte quello dell’operaio, Revisione del sistema di nomine nelle aziende partecipate dal Pubblico, Dimezzamento numero dei Parlamentari, Rafforzare la legge anticorruzione.
Bersani: Già fatti:abolizione vitalizi parlamentari e dimezzamento finanziamento pubblico ai partiti.Da fare: Tagliare 5/6.000 partecipate inutili, Sì al finanziamento pubblico ai partiti, Stipendio del Parlamentare equiparato a quello di un Sindaco di una città capoluogo,Dimezzamento numero dei Parlamentari, Legge sui partiti (per trasparenza e co.), Tetto per le retribuzioni non solo dei politici ma anche del top management delle grandi aziende.

ALLEANZE
Renzi: No a UDC (soprattutto in Sicilia)
Bersani: Sì a UDC se condivide il nostro programma (PD-SEL-Socialisti)

CRISI
Renzi: Distribuire 21 miliardi di € a chi guadagna meno di 2.000€ al mese (100€ a testa), Accrescere la capacità di spesa del ceto medio, Aumentare le tasse sul gioco d’azzardo.
Bersani: Risparmio sulla spesa pubblica, Calmierare prezzi di alcuni beni (per es. farmaci, benzina, gas, ecc…), Accrescere l’autonomia d’investimento dei Comuni, Garantire un maggior credito alla piccola impresa grazie alle garanzie della Cassa Depositi e Prestiti.

MEDIO ORIENTE
Renzi: L’Europa (e l’Italia) deve risolvere il problema della dittatura iraniana per poter combattere le crisi in Medio-Oriente e difendere le donne nei Paesi dove non hanno dignità.
Bersani: L’Europa (e l’Italia) deve risolvere il problema israelo-palestinese tramite l’accettazione della Palestina come Stato osservatore all’ONU (domanda votata il 29.11.2012) e non isolando la posizione moderata di Abu Mazen ed avallando quella estremista di Hamas.

SUD
Renzi: No alle raccomandazioni (per cosa conosci e non per chi conosci), Semplificazione, Miglior gestione dei fondi europei.
Bersani:Cultura della legalità, Lotta alla corruzione, Maggiori investimenti, Miglior uso dei fondi europei ed italiani, No all’abbandono scolastico, Miglior gestione dei Rifiuti e degli Asili nido, No ai finanziamenti prima ma sì al credito d’imposta dopo l’investimento, Lotta alla Mafia.

INDUSTRIA
Renzi: Scommessa sulla chimica verde, Riattivare la politica industriale (assente fino ad oggi), No ai sussidi alle grandi aziende e No alle grandi opere.
Bersani: Migliorare la gestione delle partecipate dallo Stato, Scommessa sulla chimica verde, Riunire i settori siderurgici, Rilanciare l’edilizia, Innovazione tecnologica e ambientale verso la riqualificazione.

CONFLITTO D’INTERESSI
Renzi: Riformare le Authorities, legge sul conflitto d’interessi nei primi 100 giorni.
Bersani: Legge sull’incompatibilità, Antitrust sulle comunicazioni.

SCUOLA E UNIVERSITA’
Renzi: Premiare il merito degli insegnanti.
Bersani: Mai più altri tagli, Fermare la fuga dei cervelli, Valorizzare gli Enti di Ricerca, Maggior turn-over, Maggiori fondi al Diritto allo Studio.

LEGGE ELETTORALE
Renzi: Come quella per l’elezione del Sindaco.
Bersani: Doppio turno a Collegi.

LIBERALIZZAZIONI
Renzi: Più pompe bianche.
Bersani: Liberalizzare farmaci, carburanti, assicurazioni, telefonia, comunicazioni.

MAFIA
Renzi: Non dimenticare gli eroi antimafia, Più mezzi alle forze dell’ordine, Combattere il racket, Investire nella lotta alla criminalità nella scuola.
Bersani:Introdurre i reati di falso in bilancio, autoriciclaggio, voto di scambio, Maggiore informatizzazione della Giustizia, Più mezzi alle forze dell’ordine.

MINISTERI
Renzi: 10 Ministri di cui 5 donne.
Bersani: 20 Ministri di cui 10 donne e molti giovani.

VIOLENZA SULLE DONNE
Renzi: Risolvere il problema culturale della violenza aumentando il lavoro femminile.
Bersani: Maggiori pene, maggiore educazione al rispetto.

IMMIGRAZIONE
Renzi: Cambiare la legge Bossi-Fini.
Bersani: Regolare i flussi.

ALTRO
Renzi: No al nucleare.
Bersani: Forte battaglia contro le Mafie.

Se vuoi aiutare DiciamoNoi un +1, condivisione o tweet in fondo al post oppure un +1/mi piace/follow sulle pagine accessibili dal menù a tendina a destra o dai pulsanti alla destra del post sono il modo migliore!

lunedì 26 novembre 2012

Le primarie del PDL, venghino Signori!

Il Circo, George Seurat
Il PDL, vedendo che il PD con le sue primarie è riuscito almeno a catturare un po' di attenzione, sta per preparare il contrattacco. Sono 7, o forse 9, o forse nessuno, i candidati alle primarie del partito che promette di sconvolgere la politica italiana con un'ondata di freschezza e liberalismo che possano trarci in salvo tutti dalla catastrofe. 
I campioni della libertà saranno elementi di assoluto primo piano. C'è Daniela Santanchè  ("Berlusconi è ossessionato da me. Tanto non gliela do..."), Giorgia Meloni ( "[sulle leggi ad personam] bisogna contestualizzarle. Sono delle leggi che Berlusconi ha fatto per se stesso. Ma sono leggi perfettamente giuste" ), Michaela Biancofiore ( "i bar sono pieni di gente nonostante la crisi",  [su Berlusconi]"ha il difetto di amare le donne, ma almeno non è come Marrazzo che va a transessuali, ed è un uomo normale" ), Crosetto e Cattaneo seri per caso ed Alfano, il mitico segretario che ha voluto le primarie, sua personale conquista ( "le primarie hanno senso solo se non si candida il presidente Berlusconi" ). Solo per un pelo Sgarbi, sconcertato e disgustato dalla decisione di Alfano di non candidarsi nel caso in cui lo facessero anche degli indagati [ come non capirlo?... ndr], si è ritirato. 
In tutto questo simpatico raduno di papabili Churchill di casa nostra, si è infine inserito il Buon Vecchio Silvio, sceso improvvisamente da Marte ( " la gente è molto delusa da questa politica e da questi partiti "). Ovviamente, portando con sé l'ipotesi di un abbandono dell' idea primarie nel caso di nuova, pia discesa in campo. 
Insomma, Alfano e gli altri vogliono le primarie, che Berlusconi non vuole o forse si, ma se Berlusconi c'è Alfano non si sa, Meloni si, Alfano solo senza gli indagati, Berlusconi è indagato, Snatanché pure e chiede che Alfano si ritiri, Sgarbi è disgustato, Zamparini dice che Berlusconi si fa un nuovo partito, Berlusconi è indignato, aspe no....Venghino Signori Venghino!....

Se vuoi aiutare DiciamoNoi un +1, condivisione o tweet in fondo al post oppure un +1/mi piace/follow sulle pagine accessibili dal menù a tendina a sinistra o dai pulsanti alla destra del post sono il modo migliore!

sabato 24 novembre 2012

L'arroganza dei politici

politici arroganti
Tito Livio:"L'arroganza si limita solo alle parole"
Una cosa mi infastidisce in modo particolare del nostro panorama politico, la convinzione dei politici e dei partiti di essere l'unica risposta possibile a qualsiasi bisogno politico-sociale che possiamo avere. Non capisco questa convinzione di essere si stati nel torto ma, ancora, titolari di un diritto unico a riformarsi, a cambiare. Come se in Italia ci fosse un'unica strada, come se io debba per forza e per tutta la vita guardare solo a ciò che c'è già, perché niente di nuovo potrà mai uscir fuori. 
E' evidente che chi poi trova un modo per uscir fuori, vedi 5 stelle, di queste considerazioni può abbondantemente fregarsene, ma il punto non è quello. Il punto è la convinzione incancrenita che veramente tutto ciò che di nuovo possa esserci sia per forza inferiore o peggiore di ciò che già è stato. La fastidiosa, pesante arroganza di chi crede di essere l'unico, con sessanta milioni di persone disponibili, ad essere in grado di governare l'Italia. Eppure a me sembra di aver visto passare veramente poche persone eccezionali, in questo panorama politico, sarebbe veramente misera questa nazione se non avesse altro, di meglio, da offrire.
Intendiamoci, ben vengano i propositi di cambiamento, solo accompagnati ad un po' di sana umiltà sarebbero più graditi.

Se vuoi aiutare DiciamoNoi, il modo migliore è un più uno su Google+ sotto al post o in cima alla pagina, un mi piace/condivisione su facebook o altro nonchè, ovviamente, commentare:)

mercoledì 14 novembre 2012

Democrazia, questa sconosciuta

di Luca

Sento troppo parlare di democrazia da gente che di democrazia capisce ben poco. O forse che la capisce troppo bene e la evita per questo. Qualcuno dovrebbe spiegarmi la strana circostanza per la quale i professori in cattedra debbano essere il PDL, il PD, l'UDC, i loro simili e tutti gli allegri giornalisti che li circondano (dei quali solo in pochi non sono allineati). 
Tanto per cominciare, vorrei ricordare che nel PDL si muove raramente foglia che Berlusconi non voglia, i candidati al parlamento e alle amministrazioni locali mi pare che non vengano decisi da meccanismi più o meno democratici come le primarie o consultazioni popolari e soprattutto, quando anche lo fossero e io non ne fossi al corrente, credo sia lecito che mi possa venire il dubbio che una tale quantità di soggetti discutibili possa essere stata scelta dai cittadini. Tuttavia lo ammetto, qui era come sparare sulla Croce Rossa. Passiamo all' IDV, all'UDC, a SEL, a FLI, all'API: mi sembra che in questi partiti sia "leggermente" preponderante al figura di una persona, massimo due, che risulta essere sostanzialmente identificabile con l'intero partito e che probabilmente è vitale per il partito stesso, destinato a morire se non ci fosse più. Qualcuno può pensare ad un UDC senza Casini, un IDV senza Di Pietro, una SEL senza Vendola? Di pensare all' API non me la sento a prescindere di chiedervelo...In una situazione del genere, credo che la democrazia di fatto all'interno dei partiti sia molto limitata. Non dico che ci sia una sorta di dittatura, ma non mi sembra azzardato affermare che il potere implicito o esplicito che certi soggetti hanno sui rispettivi partiti sia troppo superiore rispetto a quello degli altri per potersi immaginare una reale parità decisionale, che loro lo vogliano o meno. 
Da ultimo il PD, i campioni delle primarie. Va riconosciuto che il solo provare ad introdurre in Italia un tale istituto è un motivo di merito, per quanto tutto possa essere perfettibile. Rimango tuttavia dell'idea che non sia molto democratico ignorare proposte di legge popolare, ignorare la volontà del popolo espressa tramite i referendum, essere in molti casi i principali attori in un sistema fatto di nomine, poltrone, enti e appalti che ha ben poco di democratico, se è vero che democrazia significa governo del popolo e che il popolo in questi meccanismi di governo effettivo entra ben poco.
Quello che mi chiedo è: come si possono dare lezioni di democrazia a chicchessia quando la situazione politica attuale è questa? I commentatori politici e i membri dei partiti che guardano la pagliuzza nell'occhio dell'altro e fingono di ignorare la trave nel proprio non mi appaiono, alla luce di queste considerazioni, un esempio di obiettività. 
Il mio pensiero finale va al Movimento 5 Stelle ed a Beppe Grillo: è vero che è una forza che si è scoperta grande da poco, è vero che si può votare online l'intero gruppo dei candidati al Parlamento, è vero che quasi chiunque sia già stato eletto sostiene pressappoco di non aver mai più avuto alcun contatto con Grillo, è vero che si vuole istituire il referendum propositivo senza quorum e che questi punti basterebbero per qualificarla come la forza politica ampiamente più democratica del nostro panorama. Quello che però serve è una grossa accelerazione verso un sistema che preveda di poter prendere anche all'interno del movimento delle decisioni in democrazia, molto più efficientemente di quanto avvenga ora. Serve evitare che ci possa essere qualcuno, nel caso specifico Grillo, che possa dire "in tv non ci si va" come se fosse una legge, non perché sia giusto o meno (a mio parere lo è) ma perché nessuno deve essere sopra agli altri, né ora né mai. E' una criticità che io vedo come molto marginale rispetto a quelle che ho citato sopra e che gode di molte possibili scusanti, tuttavia le criticità vanno risolte. Altrimenti si rischia di passare da non voler prendere lezioni da chi non può darle a non poter dare lezioni a chi non è interessato a prenderne. Praticamente, un Italia democratica in cui la democrazia non la attua nessuno, un paradosso formale, una schifezza sostanziale.

Se vuoi aiutare DiciamoNoi, il modo migliore è un più uno su Google+ sotto al post o in cima alla pagina, un mi piace/condivisione su facebook o altro nonchè, ovviamente, commentare:)

mercoledì 7 novembre 2012

Italia, il Paese delle Responsabilità


di Lorenzo

treno italia
Vi è mai capitato in questo nostro bel Paese, di chierdervi il perché, di tanta inefficienza,
malfunzionamento o disorganizzazione per tutto ciò che ruota intorno ai servizi pubblici? O
comunque sia tutto ciò che rappresenta lo Stato, nella vita di tutti i giorni.
Faccio un esempio: io ho ventitré anni e ogni volta che viaggio in treno ho voglia di emigrare.
Ritardi, treni sporchi, lenti, rotti. Personale scortese e assenza totale di comunicazione da parte di
FS. ( Chiaramente escludendo varie Frecce super veloci e super costose, fuori dalla portata di
qualsiasi pendolare ) . 
Durante gli anni una delle risposte che mi sono dato è la mancanza di responsabilità. 
Perché un treno ritarda?
Forse per via di un problema tecnico, ma di chi è responsabilità? 
Non lo sappiamo. 
Mi chiedo: non sarebbe molto più efficiente ed utile un sistema di responsabilità, che renda il
capotreno responsabile di tutto quanto succeda nel suo treno ed al suo treno? 
Mi spiego: se il capotreno Mario Rossi ha accumulato tot ritardo in tot viaggi, allora al suo
stipendio del mese verrà sottratto un certo numero di euro.  Sarà probabile allora che i ritardi
diminuiscano, perché Mario Rossi farà tutto quanto in suo potere per far andare tutto liscio.
Perché invece è normalità arrivare a destinazione cinquanta minuti dopo l'orario scritto sul
biglietto? Perché se il treno di Mario Rossi arriva due ore in ritardo nessuno se la prende con lui?
Credo che, dal momento che tutto il sistema Paese si fonda sulle persone, ci sia bisogno di una
persona responsabile. Con delle persone di cui è responsabile sotto di lui e delle persone
responsabili sopra di lui. Ma in modo serio.
Credo che questa possa essere una strada. Chiaramente per quanto riguarda cause imputabili al
personale. E sempre chiaramente, nel mio mondo ideale non c'è un lavoratore col fiato del
superiore sul collo, super stressato, super attivo, altrimenti niente stipendio, (con treni che si
schiantano per recuperare secondi persi com'è già successo nel civilissimo Giappone). Però è ora
che qualcosa si muova in questo senso e che ci assumiamo tutti le nostre responsabilità. 
Con buone probabilità allora noi cittadini pagheremmo sì per un servizio, ma otterremmo in
cambio un risultato. 
Perché andiamo all'ufficio postale e facciamo un'ora di fila per una bolletta, mentre nel frattempo
l'impiegato allo sportello lavora a due all'ora tra una chiacchiera e una pausa?
Perché negli uffici catastali il personale non è in grado di fare una fotocopia?
Perché un medico sta giocando a tennis invece di essere in reparto?
Perché i corridoi di un ente a caso, sono pieni di gente in perenne pausa caffé?
Servono responsabilità chiare e devono essere rispettate. Perché da tutte le piccole inefficienze
dell'apparato pubblico, scaturisce un disagio per chi ne usufruisce.
Credo che vada “privatizzato” dal punto di vista della produttività, l'approccio al posto di lavoro
pubblico.
Tra le innumerevoli uscite scellerate e lontane dal mondo reale, al nostro amato ministro del
lavoro Fornero è uscito detto una volta, in tema articolo 18, di estendere la flessibilità anche per i
contratti ai lavoratori pubblici. Forse è stata l'unica volta in cui mi sono sorpreso d'accordo.
Pretendere un'operatività paragonabile a quella del privato anche del pubblico, sarebbe stata unabuona cosa, ho pensato. Nel rispetto dei diritti chiaramente. Se non altro qualcuno si era posto il
problema.
Vorrei dire che la mia non è una crociata contro il Pubblico Impiego, né sto facendo, anche se
sembra, di tutta l'erba un fascio. 
Quello che penso è che nella generazione precedente alla nostra, troppe persone hanno ricevuto,
come piovuto dal cielo, un inossidabile e indiscutibile posto statale.  Anche dove non ce n'era
bisogno, anche senza la preparazione adeguata. E con la sicurezza dello stipendio
indipendentemente dalla prestazione svolta, l'efficienza e l'applicazione sono risultate
secondarie, che “ non importa come lavoro tanto in busta paga non conta “ 
Come risultato ora abbiamo, a mio parere, una macchina dello stato  incompetente e farraginosa,
che si basa su una minoranza di dipendenti lavoratori che cerca di garantire ugualmente i servizi.
Contribuendo ad aumentare il senso di sfiducia verso il Paese, a renderlo se possibile ancora più
sfiancato e a rinforzare l'equazione Pubblico = Inetto. 
Mentre quello che invito a fare è chiedersi, di fronte ad un disagio, di chi è la responsabilità, o se si
preferisce di chi è la colpa. 
Di fronte ad una colpa siamo naturalmente disposti alla ricerca del colpevole. 
Quand'è che una responsabilità diventa colpa? Direi di abbassare la soglia.

Se vuoi aiutare DiciamoNoi, il modo migliore è un più uno su Google+ sotto al post o in cima alla pagina, un mi piace/condivisione su facebook o altro nonchè, ovviamente, commentare:)


martedì 6 novembre 2012

De etica politica

di Claudio


politica
Il maggior problema, ossia uno dei maggiori problemi (ce ne sono tanti) che l'idea di governo fa sorgere è questo: Chi è giusto che governi? O meglio, chi è così bravo da indurre la gente a farsi governare da lui?
A ben analizzare, si vedrà che: a) chi più di ogni altra cosa desidera governare la gente è, proprio per questo motivo, il meno adatto a governarla; b) di conseguenza, a chiunque riesca di farsi eleggere Presidente dovrebbe essere proibito di svolgere le funzioni proprie della sua carica, per cui: c) la gente e il suo bisogno di essere governata sono una gran rogna. […]
Ma chi può mai governare, se a chi desidera farlo non è permesso farlo?”

Vi starete chiedendo chi sia questo guru dell'etica politica, se Marx, Rousseau, Hobbes o Tocqueville. Nessuno dei precedenti, è infatti Douglas Adams, nel capitolo ventotto del suo “Ristorante al termine dell'Universo” (seguito della famosa Guida Galattica per Autostoppisti), a sviscerare il pensiero cardine dell'etica politica. È proprio a partire da questa osservazione che lo scrittore comico-fantascientifico ci fornisce che dovremmo riflettere su l'intero sistema politico in vigore.
Chi governa, chi è al potere è li perchè vuole essere li, al comando, e questo fa di lui un potenziale danno per la società stessa che dovrebbe governare non per perseguire i propri interessi, ma per il bene della stessa.
Anche quando, seguendo le orme del sogno americano, un uomo pone ogni suo sforzo per il bene della nazione e coltiva l'ambizione di divenire presidente degli Stati Uniti per porsi al servizio della sua gente, anche in questo nobile e romanzato caso pare ovvio che egli non sarà mai preparato a governare al meglio una nazione. Ben che meno se si osserva la realtà dei fatti, in cui i candidati raramente aspirano ad una tale benevola condizione di Servizio.
La classe politica, nel particolare italiano, giunge al potere con l'obbiettivo di “fare politica” non di governare. La differenza è sostanziale, è come se la gente si mettesse a dipingere non per il gusto artistico proprio o altrui, ma per ricavarne denaro e fama. Direte: ma questo accade anche nell'arte!
Vero, ma come la musica, la scrittura o l'amore, nel frangente in cui vengono fatte per scambio di denaro, perdono il diritto di essere chiamate arti, non divengono altro che mere imitazioni di ciò che ostentano. Lo stesso discorso vale per la politica.
Certo, dal punto di vista storico è accertato che la politica dall'alba dei tempi sia stata effettivamente un modo per avere potere. Ma la democrazia sulla quale ne nostre nazioni sono fondate, non è stata pensata come metodo di controllo della popolazione ma come un mezzo per la popolazione per auto gestirsi e proteggersi.
La pubblica amministrazione dovrebbe essere al servizio dei cittadini, garantendone sicurezza e la felicità. Riportando l'articolo 3 della costituzione italiana: “[...] È compito della repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione della politica, economica e sociale del Paese.” Amministrazioni clientelari e nepotistiche sono però all'ordine del giorno, incostituzionalmente aggrappate ad un concetto di politica vecchio che andrebbe cancellato. L'accezione “classe politica” andrebbe menzionata nei dizionari come un arcaico metodo di lucro, non come la realtà dei fatti. Un mondo governato da persone adatte alle cariche per cui si candidano è possibile, ma può essere perpetuato solo da noi cittadini. Questo vuole essere un invito a scegliere con cognizione il destinatario della nostra delega. Non è più il tempo, di mettere una croce su di un viso convincente o su un simbolo di partito legato ad un ideale ormai morto, al contrario, non lo è mai stato. È tempo di eleggere solo coloro che siano realmente in grado di governare adeguatamente la nazione nella quale vorremmo essere orgogliosi di vivere.

Se vuoi aiutare DiciamoNoi, il modo migliore è un più uno su Google+ sotto al post o in cima alla pagina, un mi piace/condivisione su facebook o altro nonchè, ovviamente, commentare:)