lunedì 4 giugno 2012

Fornero e parità pubblico-privato, se serve a licenziare lei sono d'accordo

Elsa Fornero, Ministro del Lavoro dell'attuale governo, continua la sua personale crociata per la parificazione della situazione dei dipendenti privati e di quelli statali, auspicandone un equiparazione dal punto di vista delle tutele lavorative. In sostanza, possibilità di licenziare nel settore pubblico con le stesse modalità con cui si può farlo nel settore privato, senza più tutele. Il discorso è sufficientemente complesso e coinvolge molti ambiti. E' indubbiamente vero che in ambito statale ci siano una montagna di sprechi e una montagna di lavoratori che di lavoratore hanno solo la definizione. Così come è vero che la botte di ferro in cui il contratto statale pone questi  "lavoratori" non li stimola certo a dare il meglio di sé. Sicuramente, stiamo parlando di un mondo che andrebbe snellito e reso più efficiente anche dal punto di vista del personale. Detto questo, lascia sgomenti la totale disinvoltura con la quale il ministro Fornero continua a trattare la sua mansione al pari di una sorta di falciatrice dei posti di lavoro, viene da pensare che abbia paura a camminare da sola per strada e voglia quindi avere un po' di compagnia, magari giovane. Al pari della riforma del lavoro riguardante il settore privato, mi chiedo se sia corretto impostare un tale sconvolgimento della struttura occupazionale senza procedere a nessuna misura che possa realmente renderla moderna. Quale senso ha rendere più facili i licenziamenti se le persone licenziate non trovano un altro lavoro? Per attirare capitali esteri, si dice. Effettivamente, grazie all'astuta combinazione di protezione lavorativa e tasse assassina messa in campo dal governo, ci ritroveremo presto al pari dei Cinesi come reddito, cosa che incoraggerà le grandi multinazionali a venire da noi per fare cucire palloni ai nostri figli o impiegarci in immense fabbriche dormitorio. Scenari veramente confortanti, che mi rendono veramente ottimista per il futuro. Vorrei sapere dalla Fornero se ritiene di trovare una collocazione ai milioni di impiegati statali che vorrebbe licenziare o se ha intenzione di allestire grossi pascoli nella pianura padana. Con le tasse che il suo governo impone, come pensa che le imprese possano essere nelle condizioni di assumere? Vogliamo lasciare altri milioni di italiani senza la minima protezione, in questa fase? La logica con la quale il governo tratta queste questioni non può essere sempre quella di attrarre investimenti stranieri. Anche se loro non sono stati votati da nessuno, devono pur sempre rispondere agli italiani. Le riforme della PA non possono essere fatti, ad oggi, così sulle spalle della gente, gente già troppo provata per la loro manifesta incapacità di ideare una qualsivoglia misura credibile di crescita. 

7 commenti:

  1. Credo che poter licenziare nelle pubbliche amministrazioni sia un provvedimento che debba essere attuato perchè non è pensabile avere un grado di inefficienza che raggiunge livelli di terzo mondo.Possediamo un apparato statale tra i più grandi e ingombranti del mondo dove i manager pubblici godono di privilegi che nessuno si sogna.Mi rifaccio a un economo ospite di ballarò che sostiene alquanto ''strano'' il rapporto efficienza/stipendio dei nostri manager.Riguardo al 'semplice impiegato' del pubblico credo che come in tutte le cose dovremmo scindere il buono dal marcio ma è anche vero e sotto gli occhi di tutti che dove c'è Pubblico c'è spreco.Quindi o privatizziamo un pò,lasciando intatti settori strategici oppure continuiamo a tenere in piedi un sistema che tutto è forchè sostenibile

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  2. Sono d'accordissimo in generale, come scrivo anche nell'articolo, però non capisco come si possa pensare di risollevare l'economia non facendo altro che deprimere i consumi. La Fornero non ha fatto niente per creare opportuità di lavoro, se si continua solo a licenziare e ad aumentare le tasse come pensa questa gente che si possa risollevare l'economia? Chi ha i soldi per consumare?

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  3. Il problema reale come affermava l'Anonimo precedente non è tanto l'impiegato da 1200 euro al mese che sta al suo posto solo per scaldare la sedia ma quanto tutti i fittizzi direttori, vice-direttori, responsabili, e quant'altro che hanno guadagnato il loro posto di lavoro semplicemnte per clientelismo e spesso per incompetenza e altrettanto spesso per menefreghismo non sono all'altezza dei propri stipendi faraonici.L'impiegato da 1200 euro al mese invece di essere "terrorizzato" dall'idea del licenziamento dovrebbe essere motivato dalla possibilità di bonus operativi (che esistono nel settore privato), fermo restando che per gravi inefficienze o dolo lo si possa "mandare a casa" ma queste norme già esistono, solamente non vengono applicate per i soliti motivi (spesso politici)....

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  4. Io sono d'accordo con voi, anche se non mi pare proprio il periodo in cui uno possa essere motivato dal perdere il lavoro (che se lo meriti o meno) e non mi pare che il settore privato assuma così a rotta di collo...poi bisogna intendersi, se si vuole portare la disoccupazione al 20 percento, le tasse al 60 e ammazzare il paese tutto si può fare, per me ora la tempistica è sbagliata...

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    1. Beh....vale il solito discorso:se sei incompetente, rubi o causi danno patrimoniale ad alcuno o alla comunità;è giusto che te ne vada!

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    2. Quello sicuramente, ma qui non si parla di incompetenza o ladrocini, si parla di snellire la PA, cioè ridurre il numero dei dipendenti, anche competenti, e di molto. Cosa in assoluto giusta ma ora come ora pericolosissima per l'Italia, almeno secondo me...

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  5. Allora siamo daccordo!

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