lunedì 8 ottobre 2012

Se i giovani scoppiano

cortei giovani
Anche qualcuno di voi è stato giovane, una volta
Un paio di giorni fa il disagio del mondo giovanile si è imposto alla ribalta per via dei disordini provocati dalle manifestazioni degli studenti. Indipendentemente dalle polemiche sulle reazioni delle forze dell'ordine, considerate in alcuni casi eccessive, queste proteste per me sono un ottimo segno. Sono il segno di un'anima profonda e speranzosa che vuole farsi sentire. C'è troppa gente che crede che la parola giovani sia come l' apriti sesamo di Sherazad, buona per aprirsi magicamente una porta sul consenso della popolazione. C'è troppa gente che ha capito, male, che i giovani siano milioni di disadattati privi di pensiero critico che passano le proprie giornate ad idolatrare qualcuno davanti ad un pc. C'è poca gente, ma che conta molto, che ha capito, altrettanto male, che si possa trattare l'Italia come un piedistallo per la propria immagine, come una proprietà privata, come la tomba della democrazia, perché tanto se sono da quarant'anni in parlamento è perché sono esperto e meglio di me non può esserci nessuno.
E invece la maggior parte dei giovani è diversa, la maggior parte dei giovani si incazza. Non è importante di che colore siamo, non è importante se siamo contro tutti i colori, è importante che noi, se pensiamo qualcosa, la pensiamo in modo sincero. Noi non abbiamo secondi fini, a noi stare in poltrona non piace, non più di tanto. Riusciamo a pensare, perfino, che tutto potrà fare un po' meno schifo se ci impegniamo a modo nostro. Abbiamo ancora qualcosa in cui credere, magari per finta, magari solo per far colpo su una ragazza o un ragazzo, ma piano piano ci convinciamo, piano piano ci crediamo. Abbiamo ancora la speranza di poter evitare di diventare come voi, anche se la storia e la statistica ci va tremendamente contro. Sappiamo essere ancora un po' retorici e scrivere cose che, a leggerle, suonano quasi ridicole. Possiamo guardarvi in faccia e dirvi "me ne vado via" o ascoltare le vostre cazzate sull'andarsene lontano per avere successo, a seconda di quello che pensiamo, oggi diverso da ieri, domani chissà. I giovani che mi piacciono sono quelli che protestano, perché ci date troppe cose per cui protestare, perché ci piace protestare a prescindere, perché se non ci aiutate a costruire niente ce lo costruiremo da soli. Non ci riusciremo. E allora? 

Vedi anche: Quanto vale un voto? e Imu alla Chiesa bocciata

Se vuoi aiutare DiciamoNoi, il modo migliore è un più uno su google+ in fondo all'articolo o in cima alla pagina o una qualsiasi condivisione/mi piace su facebook o altro! Nonchè, ovviamente, commentare:)


Nessun commento:

Posta un commento