giovedì 12 aprile 2012

Lentezza giustizia, Italia ultima in Europa

Il Consiglio d'Europa ha pubblicato l'annuale rapporto riguardante la giustizia, da cui emerge come L'Italia sia il Paese che, tra quelli del Vecchio Continente, è più lento ad amministrarla. Nel rapporto si parla di sentenze della Corte Europea dei diritti dell' uomo che non sono state applicate. Il fatto che non lo siano state è da ricondurre alla lentezza con cui viene applicata la giustizia in Italia, dove spesso i processi durano anni ed anni e non è possibile nemmeno arrivare alla determinazione dell'innocenza o meno di un imputato per effetto della prescrizione dei reati. Se qualcuno fosse convinto che tale male sia diffuso tra tutti i paesi più sviluppati dell'Europa, è bene che si ricreda: nella classifica ci fanno compagnia ai primi posti (ma dietro di noi, non sia mai...) Turchia, Russia, Polonia ed Ucraina. 
Ovviamente, tutti questi ritardi comportano che i cittadini debbano essere rimborsati, così quest'anno abbiamo pagato più di otto milioni di euro di risarcimenti ai nostri cittadini che non si sono visti riconoscere i diritti che l'Europa ha stabilito essere validi per ogni suo cittadino. Anche se mi rendo perfettamente conto che questa cifra, nel bilancio totale dello Stato, è di influenza assolutamente minima, mi chiedo come sia possibile che il nostro debba essere il solo Paese, tra i più grandi dell'Europa, che abbia una giustizia che si comporta in questo modo. E' il concetto stesso di giustizia che viene a mancare quando non si applica un numero di sentenze così elevato come quello che ci viene contestato (2522 ndr), così come viene a mancare quando dopo cinque, dieci o quindici anni interviene la prescrizione per un qualsiasi reato. O quando, per qualche "errore procedurale", chissà quanto involontario, si fanno liberare mafiosi e criminali in genere. E' vero che i governi, specialmente nel periodo precedente a Monti, hanno fatto in modo di complicare ulteriormente la macchina decisionale introducendo o provando ad introdurre delle innovazioni al sistema giuridico che poco avevano a che fare con il renderlo più efficiente. E' vero anche che una gran parte della gente di questo se ne è fregata altamente, continuando a supportare chi inceppava il tutto ulteriormente. Alla luce di questo, quindi, non sembra strano che la giustizia in Italia sia inefficiente, nessuno ha provato recentemente a renderla diversa da come è. Quello che però fa un po' schifo è che qui si parla di violazioni riguardanti sentenze della Corte europea per i diritti dell'uomo. Si tratta di persone comuni che si vedono negati diritti che in Paesi come il nostro dovrebbero essere naturali. Abbiamo la compagnia di stati dove la democrazia chissà cosa voglia dire come Russia e Turchia. Perchè il mio Paese non deve prendere spunto dai migliori ma essere, al contrario, il peggiore dei peggiori? Perché nessuno, nella classe politica, si impegna per cambiare questo? Il discorso è qualunquista ma, in Italia, della giustizia vera che riguarda i cittadini viene il dubbio che non interessi niente a nessuno. Se c'è da processare un politico, se c'è da vietare le intercettazioni, da attaccare la magistratura, allora interessa eccome. Sennò, è solo una parola con la quale riempirsi la bocca, tra un boccone e l'altro, di quelli gustosi con cui ci si ingrassa a spese nostre...

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