mercoledì 4 aprile 2012

Monti e Articolo 18

Eccoci qua. Il più grande tema di discussione, in questi giorni, è stato l'articolo 18. Tutti sapete cos'è, quindi non vi rompo ulteriormente le palle. Mario Monti è arrivato al governo promettendo chissà quante e quali meraviglie economiche. All'inizio, il sottoscritto lo ha anche apprezzato. Bisognava ridurre lo spread e non era una cazzata come in molti possono pensare. Senza questo, sarebbe saltato tutto. Quindi ok, giù con le botte da orbi a lavoratori dipendenti e pensionati, su tutti ma non solo. Ed è servito, lo spread è sceso, siamo tutti (relativamente) più calmi. Ma anche più imbufaliti. Perché è chiaro che, se siamo riusciti a tappare il buco, lo abbiamo fatto con un dito, e prima o poi chi il dito l'ha messo avrà voglia di tornarsene a casa. In altre parole, il livello ridicolo di tasse al quale siamo tutti sottoposti prima o poi sarà insopportabile. 
Per evitare questo pericolo, servivano politiche per la crescita economica. Cosa è stato fatto? Niente. Tranne, la modifica al suddetto articolo 18. Che rende più "facile" per un'azienda licenziare i dipendenti. E, fino a stasera, non prevedeva nemmeno che i dipendenti licenziati per una causa economica poi rivelatasi fittizia, non potessero nemmeno essere reintegrati da un giudice. Tutto ciò perché dobbiamo, come Paese, attrarre gli investimenti stranieri. E perché "nessun paese occidentale" ha qualcosa come l'articolo 18. Io non sono un nazionalista, ma siamo sicuri che sia proprio questo (tra tanti) il campo in cui dovremmo prendere lezioni? Cambiare il mercato del lavoro non vuol dire fare in modo che un quarantenne o un cinquantenne possa essere licenziato senza che il sistema gli consenta di trovare un altro posto. Cosa dovrebbe farci, un padre di famiglia, con 24 mensilità? Chi lo assume, un quarantacinquenne, nel mondo di oggi? Le aziende, in Italia, hanno sempre licenziato quando era necessario. Non è necessario dar loro la possibilità di poterlo fare in modo indiscriminato.  
Io sono incazzato. Perché ho ventidue anni, studio all'università, e se non troverò un lavoro nessuno mi darà un mutuo. Non me ne frega niente di avere tanti soldi, ma vorrei una famiglia, dei figli. E una casa, dove poter passare del tempo con loro, dove crescerli. Se mi assumono a tempo indeterminato e poi mi possono licenziare facilmente, chi mi darà un mutuo? E chi lo darà alle persone ancora meno fortunate di me, che non possono nemmeno contare su qualche possibile aiuto dei genitori? Prima rendano il sistema dale da garantire un gran numero di assunzioni. Poi rendano più facili i licenziamenti. Facciano le liberalizzazioni. Levino di torno tutta questa burocrazia. Aprire un blog è la cosa probabilmente più facile che si possa fare in Italia. Sarebbe bello se fosse così anche per un'impresa. Sarebbe ancora meglio se Mario Monti si rendesse conto che sta mettendo nei casini due generazioni, i giovani e i meno giovani. Tutta gente che paga le tasse (o le vorrebbe pagare, se non ha lavoro...) e che non ne può più.

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